Nelle biblioteche troviamo i nostri sogni, nei musei andiamo per trovare noi stessi.
Il MuSel in particolare è nato per volontà del Comune di Sestri Levante con l’aspirazione di conservare e far conoscere la nostra storia e la nostra memoria. Della città come del territorio, della natura come delle persone.
Nelle sue sale infatti attraversiamo migliaia di anni di storia, dalle comunità primitive che sfruttavano le miniere delle nostre colline, alla Sestri operaia degli anni ’70. Millenni di storia dove a ben guardare si possono trovare suggestioni, indicazioni, domande e risposte per il visitatore di oggi.
Ma il MuSel non è solo questo. In questi anni il museo ha aperto le sue porte per abbracciare la sua comunità, per raccontare le nostre storie, i nostri viaggiatori o i nostri artisti. Un museo vivo perché fatto anche dai suoi visitatori. Alcune storie le abbiamo raccontate anche qui su Segesta Magazine. Vi ricordate la storia della ragazza coi pesci?
Quella foto suggestiva degli anni ‘50 con questa bellissima ragazza che sembra essere il perfetto simbolo della pescivendola sestrina di allora? Visitando il MuSeL Maria, così si chiamava, ci ha raccontato la storia dietro quella foto. Una storia toccante della fine della seconda guerra mondiale, di rifugiati italiani, di miseria e resurrezione.
E i turisti tedeschi che ci hanno raccontato 4 generazioni di una famiglia che ha amato Sestri fin da prima della guerra. Le foto inedite che hanno spedito al museo. Le foto che i bimbi delle scuole hanno portato al museo prelevate dagli impolverati solai e i cassetti della nonna. Tutto questo è il MuSel.
Con l’hashtag #museichiusimuseiaperti il MuSel ha continuato la sua attività anche nei tempi duri della prima quarantena: Marzia Dentone, la conservatrice del museo, ce lo ha raccontato con video appassionanti e seguitissimi, sempre impegnata a raccontare la piccola e grande storia del nostro territorio dagli aspetti più seri agli aneddoti più insoliti.
Nel sondaggio effettuato mercoledì sui canali social di Mediaterraneo è emersa una nuova coscienza da parte dei partecipanti sull’importanza del MuSel per la città, d’altro canto c’è anche il rammarico per molti di non averlo ancora visitato. Appena sarà possibile, il MuSel aprirà di nuovo le sue porte, pronto ad accogliere i visitatori, la vera linfa di un museo.