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Il Principe di Levante e la sua baia

Alfredo Manzi detto Michè è stato nominato esattamente un anno fa Principe di Levante. Un titolo onorifico celebrato durante un evento giocoso, ma con risvolti molto seri, che intendeva riconoscere il valore delle radici della nostra antica Marineria, di cui Miché rappresenta per certo una autorevole memoria storica. Soprattutto per ciò che riguarda la nostra favolosa Baia del Silenzio.

Alfredo nei tuoi ricordi esiste un periodo di difficoltà paragonabile a questo che stiamo vivendo?

A maggio compio 67 anni, un po’ di vita qui alla spiaggia l’ho vissuta. Ho sempre frequentato di più i pescatori anziani che i ragazzi della mia età. Negli anni ’60, quando ero ragazzino, avevo la passione delle barche e mia madre mi aveva comprato un martellino per costruirle e io mi divertivo cosi. Poi con gli anni ho cominciato ad andare al bar La Calanca insieme agli altri pescatori e lì sentivo raccontare tutte le storie che conosco del mondo della pesca e dei personaggi di Sestri Levante. Ho imparato molte cose dai vecchi. Anche se avevo mio padre che era il Maradona della pesca. C’è sempre da imparare nella pesca come in tutti i lavori. Comunque devo dire che fino a questo brutto periodo col virus, che io mi ricordi, non è mai successo nulla di davvero grave.

Tu che la conosci bene puoi dirci come sta la Baia del Silenzio?

La Baia del Silenzio, che noi Sestrini chiamiamo Levante, è dove ho passato tutta la mia vita, dall’infanzia fino a questi giorni. Levante da quando mi ricordo io è sempre stato così per fortuna. Come la storia racconta, nel 1955 ci fu una grande mareggiata che allagò metà delle case sulla spiaggia. La diga non c’era ancora e venne costruita negli anni successivi per mettere al sicuro le case.
La Baia di Levante nel punto più profondo ha 10 metri di fondale. Il fondale è misto tra sabbia, scogli, fango, e la famosa Posidonia che è un’alga che ossigena l’acqua e crea un habitat perfetto per i pesci. Levante è esposto con faccia a Sud Est Scirocco. In tutti questi anni la spiaggia è aumentata di qualche metro. Nella Baia ci sono pesci di ogni tipo, dalle Orate, alle Barchette, ai Buragi, alle Donzelle, alle Mormore, e poi Occhiate, Salpe, Polpi e molto altro.
Da Levante, quando fa le mareggiate da Sud, il mare arriva fin sulla strada e le barche ci tocca portarle sulla strada per metterle al sicuro. Comunque per fortuna Levante è rimasto sempre cosi e stà benissimo.

Puoi raccontarci qualcosa della pesca in questo periodo?

La pesca qui a Sestri è sempre stata importante per molte famiglie. Certo che in questi ultimi 10 anni è un po’ cambiato tutto. Se prendiamo le reti da posta che sono i tremagli e le reti monofilo, i pesci sono molto mancati. Ricordo che quando andavo a pescare io, calavamo 1000 metri di reti e prendevamo 20-30 kg di merluzzi, ora per prendere gli stessi pesci ci vogliono 3000 metri di reti. Cosi anche per la pesca della lampara. Prima i pescatori andavano alla lampara per acciughe verso la fine di maggio. Ora hanno dei pescherecci di 30 metri con delle reti molto grandi, vanno già a febbraio a pescare e prendono le acciughe prima che diventino grandi. Per questo che non ci sono più acciughe da mettere sotto sale. Poi chiaramente c’è l’inquinamento che fa molto danno.

L’estate è vicina come dovremo organizzarci secondo te?

Si l’estate è vicina, e questa sarà un’estate diversa delle altre con questo virus che sta girando in mezzo a tutti noi. La vedo dura un po’ in tutti i settori, ma la mia preoccupazione è per il turismo, il settore dove tanti qui in Liguria lavorano, i bar, i ristoranti, gli alberghi, e la pesca. Anche per gli stabilimenti balneari sarà un grande problema, non la vedo una cosa tanto semplice come sento dire da tanti. L’unica nostra speranza è che con il caldo questo virus ci dia una tregua.

La saggezza dei nostri vecchi, “la saggezza del mare” è sempre stata un faro per il nostro popolo. Che messaggio vorresti dare per comunicare un po’ di speranza ai nostri lettori?

La saggezza dei nostri vecchi è sempre stata molto importante per me. Ho imparato molte cose da loro, ad esempio il mestiere della pesca che è stato il mio lavoro, dove ho imparato tante cose. Ci sono anche dei proverbi in dialetto molto interessanti e antichi. Ci sono delle bellissime storie di pescatori di un tempo. Purtroppo qui a Sestri Levante i pescatori sono rimasti pochi, se pensiamo che appena finita la seconda guerra mondiale qui a Sestri Levante c’erano 35 lampare, con cui vivevano tante famiglie. I miei genitori si sono conosciuti qui sul porto di Sestri Levante prima della guerra, mio padre è venuto qui a Sestri Levante dall’isola di Ischia con altri quattro Ischitani a pescare alla lampara per via di una fabbrica di pesci in scatola che si chiamava PISCA. Alla fabbrica ci lavoravano 25 donne tra cui mia madre che era di Casarza. Così ha conosciuto mio padre. Poi la fabbrica è stata bombardata nel 1944.
Comunque i vecchi pescatori ne sapevano una più del diavolo nella pesca. L’importante era ascoltare, aver la pazienza di ascoltare e imparare.

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Luca Ravettino

Sono nato e cresciuto a Sestri Levante, da sempre appassionato alla lettura e alla scrittura, ho avuto la fortuna di gestire una libreria per diversi anni. In seguito sono diventato copywriter, specializzandomi nel mondo dei Social Media. Oggi mi occupo anche di Digital Marketing. Con Segesta Magazine realizzo il sogno di scrivere storie per la mia città.

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