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Inaugurazione del 38° Festival Estivo di Musica da Camera

Lunedì 10 agosto avrà luogo il concerto inaugurale del Festival Estivo di Musica da Camera, organizzato dal Comune di Sestri Levante, dall’Associazione Musicale Ars Antiqua, da Mediterraneo Servizi. Il Festival Estivo giunge quest’anno alla 38a edizione, confermandosi come una delle manifestazioni di punta della nostra regione.

Il nostro paese sta vivendo un momento di difficoltà, dopo l’emergenza del coronavirus, con gravi ripercussioni economiche e sociali. Gli organizzatori hanno voluto essere comunque presenti, con uno sforzo congiunto, anche in questa estate 2020. Proprio in momenti come questi i valori della cultura vanno strenuamente difesi. La storia ci ha consegnato tesori ed opere che rappresentano le più alte vette della creazione umana. È un dovere valorizzarle, difenderle e trasmetterne la conoscenza alle future generazioni.

Proprio ad una delle massime personalità della cultura europea è dedicato il 38° Festival Estivo: ricorre infatti il 250° dalla nascita di Ludwig van Beethoven.

Viste le difficoltà economiche, il programma del Festival comprenderà due soli concerti: saranno però due appuntamenti di grande intensità, per la bellezza e la particolarità dei programmi, con tante preziose rarità, e la bravura degli interpreti, tutti concertisti con una prestigiosa attività alle spalle.

Il concerto di apertura, il 10 agosto alle ore 21,15 presso il Complesso dell’Annunziata a Sestri Levante, vedrà protagonisti Giovanna Polacco al violino, Luca Franzetti al violoncello e Luigi Attademo alla chitarra. Il programma, che accosta due straordinari compositori contemporanei, è intitolato “Beethoven e Paganini, tra inquietudine e leggerezza”.

I due celebri autori, apparentemente lontani, presentano vicende biografiche, rapporti con la storia, con la politica, con il potere, e soprattutto con la libertà, che portano ad avvicinarli più di quanto si è portati a immaginare.

Entrambi caratterialmente instabili, in lotta continua tra passioni violente e inquietudini profonde; entrambi minati nel fisico da mali apparentemente inconciliabili con la propria vocazione artistica: la sordità per Beethoven, la tisi, e la lue, per Paganini (per il primo, quanto di peggio per un musicista-compositore; per il secondo, un ostacolo sempre più invalidante rispetto a un’esuberanza tecnico-interpretativa incontenibile). Entrambi tormentati e ribelli, con un’anima sensibile al fuoco della politica pur se soffocata dai loro straripanti talenti: non molti ricordano l’esistenza di una sinfonia di Beethoven dedicata a Bonaparte (dedica poi ricusata), e ancor meno sanno dell’adesione di Paganini alla massoneria e ai moti carbonari. Entrambi, infine, grandissimi innovatori: Beethoven, con le sue audaci e lungimiranti esplorazioni nel mondo dell’armonia, della struttura formale e del timbro; Paganini, con la scoperta ed esaltazione delle enormi e inesplorate potenzialità dello strumento e con le sue invenzioni virtuosistiche ai limiti dell’eseguibilità. E si potrebbe continuare.

Saranno le rispettive composizioni inserite in programma che avranno il compito di esaltare le peculiarità e le differenze dei due autori e i tratti comuni. Due su tutti: la totale dedizione alla musica, da una parte; e dall’altra – beffarda legge del contrappasso rispetto all’enorme successo da entrambi riscosso ancora in vita – una vena di cupa malinconia che mai li abbandonerà: specchio crudele dell’ineluttabile solitudine del genio.

In programma due Trii di identica durata, identica tonalità e identico, oltre che piuttosto insolito, organico: violino, violoncello e chitarra. Strumento quest’ultimo che consente a Paganini di esaltarne le notevoli possibilità, mentre nel caso della Serenata Op.8 di Beethoven ascolteremo una versione d’epoca adattata per strumenti diversi dalla partitura originale: una scelta storica che, oltre a permettere un confronto diretto con il brano di Paganini, vuole rifarsi alla prassi molto in uso a quei tempi: lo stesso Beethoven del resto aveva dedicato alla viola e al pianoforte una propria versione proprio della sua Serenata op 8.

Il Terzetto in re maggiore MS 69 di Paganini, scritto a Londra nel 1833, è un esempio maturo dell’estro del musicista genovese che, pur riscuotendo unanimi successi col violino, dedicò grande attenzione anche alla chitarra da lui molto amata.

I due Trii sono preceduti dal Duo Fragment per violino e violoncello,breve composizione incompiuta di Beethoven, completata daRobert D. Levin, e da tre dei 43 Ghiribizzi per chitarra sola di Paganini.

L’esecuzione dei brani in programma viene preceduta da brevi momenti di guida all’ascolto – affidati agli stessi interpreti – con note, aneddoti e curiosità sulle varie composizioni.

Seguirà giovedì 20 agosto il duo pianistico formato da Chiara Nicora e Ferdinando Baroffio. In programma musiche di Bach, Chaminade (straordinaria e raffinata compositrice francese) e Czerny. Il programma si concluderà con una delle opere più grandiose di Beethoven, la celeberrima sinfonia in do min. n. 5, nella versione per pianoforte a 4 mani di Czerny (allievo dello stesso Beethoven).

I concerti si svolgeranno presso la Sala Agave del Complesso dell’Annunziata, in via Portobello a Sestri Levante, con inizio alle ore 21,15 e ingresso gratuito. In ottemperanza alle norme anticovid è obbligatoria la prenotazione al n° 3664876633 o alle mail festivalestivosestri@libero.it o concorsobach@libero.it

È possibile avere notizie dettagliate sui programmi e sugli interpreti visitando il sito dedicato all’indirizzo http://festivalestivo.altervista.org dove è possibile visionare il dettaglio delle modalità di ingresso e tenersi aggiornati sulle future iniziative musicali.

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Veronica Roti

Sono nata e cresciuta a Santa Margherita Ligure, diplomata al Liceo Socio Psico Pedagogico di Chiavari, ho continuato gli studi laureandomi in Scienze della Comunicazione a Savona. Dopo un’esperienza di lavoro all’estero, ho vissuto due anni a Milano, dove ho conseguito la laurea magistrale in Marketing, Consumi e Comunicazione specializzandomi così nell’affascinante mondo della comunicazione. Dopo la laurea, sono tornata in Liguria, dove ho avuto modo di scoprire le diverse sfumature del settore grazie a differenti esperienze lavorative nel marketing e nell’organizzazione di eventi.

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