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#laculturaaiuta, Palazzo Fascie Rossi e la quarantena

Simona Bo è la Responsabile del Sistema Bibliotecario urbano, la abbiamo intervistata in merito alle iniziative che Palazzo Fascie Rossi ha preso per stare vicino ai cittadini anche in questo periodo difficile.

Quali sono le attività che Palazzo Fascie Rossi sta proponendo in questo periodo di quarantena?

Abbiamo preparato due tipi di iniziative . La prima è rivolta ai bambini, ai quali proponiamo le “Favole a merenda”, tratte dai titolo più richiesti nelle nostre biblioteche. Si tratta di video in cui la narrazione è accompagnata dalle immagini. La seconda è rivolta a un pubblico più grandicello, al quale offriamo consigli di lettura sottoforma di brevi video, invitando tutti quelli che ci seguono a suggerire quali sono le loro letture preferite. Naturalmente tutte le favole e tutti i libri suggeriti sono presenti in biblioteca! Oltre a questo il personale è sempre disponibile a offrire, telefonicamente e via mail informazioni e “assistenza tecnica” circa il prestito di ebook.


Questo momento ci sta facendo scoprire un modo nuovo di approcciare al digitale, è possibile applicarlo alla cultura?

Senz’altro, basti pensare al prestito di e-book: in queste ultime due settimane i prestiti sono aumentati di 5 volte rispetto al periodo pre-chiusura delle biblioteche. Ma non solo: scoprire o riscoprire gli audiolibri per adulti e bambini può rientrare in un progetto educativo più ampio, insegnando un’attenzione all’ascolto che al momento si è un po’ persa, perché in generale si dà una maggiore importanza all’immagine in movimento per veicolare contenuti e per mantenere alta la soglia di attenzione. Uscendo dalla nostra biblioteca, la possibilità di vistare i più grandi musei del mondo da casa è una possibilità che fino a pochi anni fa non immaginavamo neanche. Non sostituisce l’esperienza diretta, ma dà la possibilità di vedere non solo le opere d’arte ma anche gli allestimenti e le architetture che le ospitano a chi, non solo a causa del Coronavirus, non può visitarli di persona. Non dimentichiamoci di queste possibilità, quando l’emergenza sarà finita!


#laculturaaiuta è l’hashtag che state usando, ma è solo un hashtag?

La cultura aiuta sempre, ma spesso dobbiamo trovarci in situazioni estreme per rendercene conto! La cultura colma i vuoti della solitudine, porta speranza, ci fa provare orgoglio per quello che di bello hanno fatto – e stanno facendo – gli esseri umani, ci fa uscire dai nostri confini, illumina un momento buio. Cultura non sono solo i libri, le pergamene, le sculture. “Cultura” è anche il modo di porsi di fronte a queste settimane difficili: abbiamo intorno a noi esempi di coraggio e di generosità, di forza d’animo. Anche questo dovrebbe essere un memento da portare con sé sempre, dalla fine dell’emergenza per il resto della nostra vita.


Cosa ti manca della biblioteca?

Mi manca tutto! Dal rito di apertura (aprire tutte le finestre, i pc, le porte, controllare che sia tutto in ordine) alla chiusura delle luci la sera, l’atmosfera quieta e allo stesso tempo attiva che si respira, il wi-fi che in genere funziona ma a volte no, i bimbi che prendono pile di libri, preparare gli scaffali con le proposte di lettura, salutare i ragazzi che vengono a studiare, fasciare i libri nuovi. Il rapporto con gli utenti, che stiamo imparando a conoscerci, ma io voglio già bene a tutti, e spero che non si offendano se non ho ancora imparato i loro nomi, ma ricordo i libri che hanno letto. Le mie colleghe bibliotecarie e le mie colleghe dei piani di sopra che ogni tanto scendono a prendere i libri in prestito e ogni tanto salgo io a chiedere un parere o un consiglio perché due teste lavorano meglio di una. In fondo sono contenta che mi manchi tutto: significa che amo il mio lavoro, e la biblioteca dove ho la fortuna di svolgerlo. Questo però lo sapevo già, non avevo bisogno della “clausura” d’emergenza, per scoprirlo!

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Luca Ravettino

Sono nato e cresciuto a Sestri Levante, da sempre appassionato alla lettura e alla scrittura, ho avuto la fortuna di gestire una libreria per diversi anni. In seguito sono diventato copywriter, specializzandomi nel mondo dei Social Media. Oggi mi occupo anche di Digital Marketing. Con Segesta Magazine realizzo il sogno di scrivere storie per la mia città.

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