“Carlo Bo, il Palazzo ducale. Parole e immagini nelle stanze” e “Carlo Bo, la memoria vive a Sestri Levante” sono i titoli delle due mostre che saranno inaugurate venerdì 10 settembre alle 17 al piano terra del palazzo comunale di Sestri Levante e che vogliono celebrare una delle più eminenti figure del panorama culturale italiano del ‘900 nel ventennale della sua scomparsa.
L’idea nasce dalla collaborazione tra il Comune di Sestri Levante e l’Università di Urbino: Sestri Levante avrà infatti l’onore di ospitare la mostra Carlo Bo, il Palazzo Ducale. Parole e immagini nelle stanze, ideata e curata da Tiziana Mattioli per la Fondazione Carlo e Marise Bo, ospitata da Palazzo Passionei a Urbino fino allo scorso giugno.
In parallelo alla mostra urbinate è nata l’esposizione Carlo Bo. La memoria vive a Sestri Levante, un viaggio dove letteratura e fotografia si intrecciano restituendo il vero e grande amore di Carlo Bo per la sua città natale. La mostra è organizzata dal Comune di Sestri Levante insieme a Palazzo Fascie, Roberto Montanari e Natalino Dazzi e con la collaborazione della famiglia Bo. Proprio la famiglia Bo ha prestato per l’installazione della mostra alcuni ricordi di famiglia, come la macchina da scrivere del senatore, cappello e bastone e diverse foto.
Così la Sindaca di Sestri Levante, Valentina Ghio: “Carlo Bo e Sestri Levante sono legati da un rapporto profondo, che ha le sue radici nel grande affetto che il senatore provava per la sua città natale, che ha coltivato degli anni anche grazie ai suoi costanti ritorni. Le mostre che ospitiamo sono quindi l’occasione per un viaggio tra un Carlo Bo pubblico e uno più privato, grazie alla preziosa collaborazione con la famiglia Bo che desidero ringraziare profondamente insieme a Natalino Dazzi e Roberto Montanari per il grande lavoro svolto. Sarà un grande onore per noi poter ospitare anche il Rettore dell’Università di Urbino, con il quale auspichiamo di intraprendere un percorso di collaborazione su temi culturali”.
Dichiara il Rettore dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini: “È un grande privilegio trovarsi a guidare un Ateneo di antichissima storia – una storia che inizia nel 1506. Una realtà che poi si è arricchita ed è come rinata nel secondo dopoguerra, grazie all’impegno culturale, progettuale e amministrativo di Carlo Bo: impegno che si è protratto, straordinariamente, per oltre mezzo secolo, mantenendo sempre alte le sue qualità e le sue idealità. Forse, quanto Bo diceva di Raffaello, è accaduto anche a lui: Urbino “gli ha seminato nel sangue”, è diventata, per lui, “una città dell’anima”, un luogo di identità come sempre è stata Sestri Levante, dove ogni estate tornava a rigenerarsi, in un certo senso anche a ritrovarsi e a leggere il non scritto nelle comuni difficoltà, guardando all’entroterra ligure come a quello marchigiano. E’ quindi indubitabile che per Bo queste due realtà così apparentemente diverse fossero sentite come profondamente complementari, come sono complementari, per un uomo, l’origine e il destino.
Per noi, che vogliamo camminare sulla sua traccia, ispirandoci anche ad un modello di rinascenza morale oltre che di impegno culturale, aver trovato accoglienza e partecipazione d’ascolto da parte del Sindaco Valentina Ghio, nel tempo delle celebrazioni per il ventennale della scomparsa del Magnifico Rettore, ricordando il suo legame identitario con la città ducale, è come un segno che ci indica la necessità, l’opportunità di stringere rapporti che certo non sono mai mancati, anche con la famiglia, che non sono mai venuti meno tra le due città, tra l’Ateneo e l’Amministrazione Comunale, ma che meritano nuovi progetti comuni che ci facciano comprendere quanto della Liguria Carlo Bo abbia saputo far vivere ad Urbino. Proprio in quella città che ormai, oltre al volto di Federico di Montefeltro, porta impresso, nel suo stemma ideale, anche quello di Carlo Bo, che noi costantemente intravediamo nella trama delle sue parole”.
Prosegue Maria Elisa Bixio, assessora alla Cultura del Comune di Sestri Levante: ”’Viaggiare è il più antico piacere del mondo’ scriveva Carlo Bo e le due mostre vogliono celebrare il Professore e Senatore, una delle principali figure del panorama italiano del Novecento, attraverso due percorsi : Urbino e Sestri Levante. Un viaggio nella memoria, nel tempo e nei ricordi per ritrovare volti, istanti, luoghi donandoci l’occasione per rivivere ‘la luce di bellezza e la rude semplicità’, con la consapevolezza che il ricordo suscita profonde emozioni, suggestioni e coscienza del proprio stare nel tempo”.
Conclude Tiziana Mattioli, curatrice della mostra Carlo Bo, il Palazzo ducale. Parole e immagini nelle stanze: “Quando abbiamo pensato ad una mostra che interpretasse con nuove immagini le parole che Carlo Bo aveva scritto per una guida al Palazzo Ducale di Urbino, nel 1982, abbiamo creduto di poter cogliere, nell’impegno divulgativo che Bo intendeva tout court come impegno civile, non solo un magnifico racconto affabulante, ma l’interpretazione profonda di un’epoca, e persino una narrazione autobiografica. Ci è sembrato insomma che in quelle magnifiche pagine, ora leggibili nuovamente nel catalogo Carlo Bo, Il Palazzo Ducale di Urbino. Parole e immagini nelle stanze, stampato dall’editore Raffaelli per volontà del Rettore Giorgio Calcagnini, e corredato dalle fotografie di Paolo Semprucci e da un saggio di Massimo Raffaeli, non solamente fosse esplicito il desiderio di Bo di rivolgersi a lettori non specialisti, come del resto in tante sue alte e altre pagine di divulgazione, ma anche quello di rappresentare il Palazzo Ducale come correlativo oggettivo di una condizione interiore e di un progetto culturale che ha saputo rendere possibile, nell’arco di una vita e con arduo immaginare, una relazione indissolubile del Palazzo con l’Università, e dell’Università col Palazzo, essendo l’Ateneo, nella sua alta valenza di realtà economica in questa città di Urbino, anche una realtà di tutela, di valorizzazione, di difesa dei valori umanistici che il Palazzo rappresenta per il passato/presente, e l’Ateneo per il tempo filosoficamente ispirato di Bo.
Urbino come un’Acropoli, ma ogni luogo, ogni piazza, ogni paesaggio come oggetto e soggetto di meditazione. Se si leggono le pagine che Bo ha dedicato alla Liguria come alle Marche, alle Piazze d’Italia come agli itinerari francescani, ci si accorge che sempre è l’uomo, nella sua più profonda verità, che Carlo Bo interroga, abolendo ogni distanza di spazio e di tempo. Cosicché Sestri e Urbino sono appunto, e non solo per lui, situazioni quasi speculari, e irrinunciabili luoghi dell’anima”.
Carlo Bo, il Palazzo ducale. Parole e immagini nelle stanze e Carlo Bo. La memoria vive a Sestri Levante saranno visitabili fino al 3 ottobre.