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Storia di un panorama

ANno

1722

Autore

Vinzoni

Questa è forse la più antica veduta di insieme dedicata a Sestri Levante e risale al 1722. Da lì in poi ce ne saranno molte altre. Spesso saranno dei primi turisti, che una volta arrivati, si innamorano del borgo marinaro, della sua gente semplice e generosa, della vita che c’era, tra miseria e bellezza, tra nobiltà e marineria.

Il turismo che nasce in quegli anni, verso un’Italia “geografica” e ancora lontana da essere stato, ha spesso una natura spirituale. Agli antipodi dal turismo moderno, allora, venire in Italia era un viaggio nel tempo, a ritrovare le proprie radici. Goethe, Shelley, Byron, il “nostro” Andersen e tanti altri arrivavano in Italia, la attraversavano nei suoi piccoli borghi, come il nostro, e, cercando sé stessi, spesso, scoprivano noi.

Così guardavano la penisola di Sestri, e dove i nostri avi vedevano pendii da terrazzare, loro intuivano la sirena addormentata sul mare. Creavano le immagini, le memorie, pensando a un souvenir da riportarsi a casa, e invece regalavano uno scorcio nel passato nei secoli a venire.
E la morale sarebbe che scopriamo noi stessi attraverso lo sguardo degli altri.

La veduta è di Nicolò Spinola, ma all’incirca negli stessi anni ne creava una analoga Matteo Vinzoni, di mestiere topografo, nativo di Montaretto. Matteo era uno che creava mappe. Ed era piuttosto bravo perché la Repubblica di Genova lo fece cartografo ufficiale. Forse il suo talento si esprimeva proprio nella cura maniacale dei dettagli sulle cartine. Nel desiderio di raffigurare la realtà in tutte le sfaccettature, non solo banalmente tecniche o teoriche.

Se metto Sestri nella mia mappa non posso non raccontare a chi quella mappa userà, l’emozione di un panorama unico, la bellezza della penisola sdraiata sul mare. E allora te la disegno a corredo.
In mancanza di cartoline magari la cartina e la veduta finiscono nelle mani giuste ed ecco che ti arriva Andersen.

Il turismo è sempre ricerca della bellezza, fare turismo è, da sempre, sapersi raccontare.

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